giovedì 26 maggio 2011

KOONS JEFF


SU «STYLE»

Nella bottega dell’arte di Koons, 150 tra pittori ed esperti di pc

Jeff apre il laboratorio (affollato) dove nascono le sue opere

Jeff Koons sulla copertina di Style
Jeff Koons sulla copertina di Style
MILANO — L’artista pop dalle quotazioni milionarie, le cui opere fanno bella mostra nelle collezioni degli uomini più ricchi del mondo: a Jeff Koons è dedicata la copertina diStyle, il mensile del Corriere della Sera in edicola domani. L’artista ha aperto le porte del suo mega atelier, a New York, nella 29esima strada, zona Chelsea, a pochi giorni dalla partenza per l’Italia, dove esporrà alla Biennale di Venezia.
È da questa vera e propria fabbrica nella quale lavorano oltre 150 artigiani, pittori, computer designer, specialisti in nuovi materiali, che escono le sue maestose creazioni, dipinti, sculture, installazioni. L’azienda appare come un anonimo capannone tra magazzini e camion parcheggiati, dove le maestranze lavorano sotto la sua puntigliosa direzione. In una grande sala molti di loro lavorano contemporaneamente, arrampicandosi su strutture di legno, a otto grandi dipinti.
In un’altra si studiano nuove combinazioni dei suoi celebri palloni gonfiabili: sono le opere che miliardari e mercanti d’arte si contendono pagandole anche 15 milioni di dollari.
Jeff Koons racconta se stesso ricordando gli anni in cui, per finanziare le sue incredibili opere, è diventato trader in Borsa, poi l’attrazione fatale con Ilona Staller, diventata sua moglie, e l’incontro con Salvador Dalí (in pelliccia).
Lo studio di Jeff Koons a New York
Lo studio di Jeff Koons a New York
Ad altri quattro artisti che saranno presenti a VeneziaStyle dedica uno «Speciale Biennale». Ecco la selezione degli straordinari «gondolieri dei canali meno esplorati del contemporaneo»: Loris Gréaud, amante della fantascienza, già premio Ricard come miglior artista francese under 40, vanta esposizioni prestigiose sia al Palais de Tokyo sia al Centre Pompidou. A 32 anni arriva a Venezia in groppa alla balena di Pinocchio: «The Geppetto Pavilion », un’installazione galleggiante nel bacino interno dell’Arsenale. Poi c’è un collettivo di quattro austriaci, chiamati «Gelitin», con una performance considerata la più calda della Biennale: attiveranno una fornace per la fusione del vetro che funzionerà durante tutta la prima settimana della mostra. Lo svizzero americano Christian Marclay è autore di «The Clock», l’opera esposta alla Biennale, che dura 24 ore ed è interamente composta da momenti filmici in cui i personaggi interagiscono con orologi e strumenti che indicano il tempo che passa. Infine la fotografa-regista Cindy Sherman, che a maggio ha infranto tutti i record d’asta per una fotografia, con la sua opera «Untitled #96» del 1981, battuta da Christie’s a 3,9 milioni di dollari (2,7 milioni di euro): è considerata tra le massime esponenti dell’arte contemporanea.

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