sabato 4 giugno 2011

Ca' Giustinian - 1

John Baldessari at the Venice Biennale 2009 contemporary art talk

Art Biennale 2011 - France

Sandro Vannini video Biennale

Arte fiera 2010: in giro per le gallerie con Andrea Bruciati

Andrea Bruciati


Io non ho mani che mi accarezzino il volto

cura di Andrea Bruciati

Inizio evento: 27/05/2011 Fine evento:09/07/2011
Provincia: Ancona
Città: Ancona
Indirizzo: Banchina Giovanni Da Chio 28
Luogo: Mole Vanvitelliana
Apertura: giovedì, venerdì e sabato con orario 18.00 - 23.00
Sito internet: http://www.whitefishtank.com
E-mail informazioni: info@whitefishtank.com

Io non ho mani che mi accarezzino il volto
  white.fish.tank: concept di sperimentazione


 Io non ho mani che mi accarezzino il volto 
ricognizione tra alcune delle opere video più
 significative dell'ultimo decennio   Ancona, Mole Vanvitelliana
 27 maggio - 9 luglio 2011     Venerdì 27 maggio 2011, white.fish
.tank inaugura
 Io non ho mani che mi accarezzino il volto
, una ricognizione tra alcune delle opere video più
 significative dell'ultimo decennio selezionate da videoReport Italia, 
rassegna biennale curata da Andrea Bruciati che dal 2004 traccia una mappatura della vitalità 
del sistema video italiano
.   Io non ho mani che mi accarezzino il volto
titolo tratto
 da una celebre serie di Mario Giacomelli, nasce dalla collaborazione 
tra white.fish.tank, diretto dall'artista Ljudmilla Socci, il critico e storico dell'arteAndrea Bruciati 
e il Comune di Ancona, e propone una selezione della più interessante produzione video nazionale. I protagonisti sono artisti italiani di fama internazionale che condividono sì la medesima forma espressiva
 ma che se ne servono in modi profondamente diversi.

venerdì 3 giugno 2011

Biennale Arte 2011 - Paolo Baratta (1)

DIMITRI ALEXANDROVICH PRIGOV

Per la sua “prima volta” nel contemporaneo, l’Hermitage sceglie Venezia, 
l’Università Ca’ Foscari e la Biennale.
Il grande museo russo, già più volte presente in Italia con opere delle sue

 celeberrime e vastissime collezioni d’arte antica e moderna, ha scelto l’occasione
 della 54. Esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia 
(di cui è evento collaterale) per farsi conoscere in Italia anche come protagonista del contemporaneo.
 Lo fa con una monografica dedicata a Dmitri Alexandrovich Prigov (1940-2007), 
uno dei maggiori, probabilmente il più originale, dei concettualisti russi.

domenica 29 maggio 2011

RUBENS....Siegen 28/06/1577---Anversa 30/05/1640


Rubens, una monografia al Prado

Una possibilitá unica per tutti gli appassionati del grande maestro fiammingo: vedere in due sale tutte le 90 opere attribuite a Rubens (1577-1640) o alla sua bottega, conservate al Museo Nacional del Prado, per scoprire un pittore che si è formato sui classici e che li declina in forme giá barocche.
Questa iniziativa, curata da Alejandro Vergara, Jefe de Conservación de Pintura Flamenca y Escuelas del Norte, si pone in linea con la politica del museo, che regolarmente propone delle monografiche di approfondimento su un unico artista, per promuoverne la conoscenza presso ampie fasce di pubblico e organizzare attivitá dedicate. Le opere sono poste in rigoroso ordine cronologico, con un allestimento essenziale, per una fruizione il piú possibile in-mediata.
Il Prado possiede opere di grande qualitá, poiché di committenza reale; egli fu il pittore favorito Isabella Clara Eugenia, figlia di Filipo II, che appoggió la sua ascesa a Bruxelles e lo promosse presso il nipote, Filippo IV di Spagna, per cui compie missioni diplomatiche e che diventerá il suo piú grande collezionista.

Il percorso si apre giá con un capolavoro, il Ritratto equestre del Duca di Lerma, ove l’attenzione ai valori compositivi e alla resa del cavallo regala un’impressione di magniloquenza e perfezione. Poco oltre, laLotta di San Giorgio e il Drago conferma la prima impressione: Rubens ama un linguaggio fatto di accenti profondi, di forze indominabili. Si sente in quese opere l’influsso della cultura artistica italiana, che egli aveva conosciuto durante il suo soggiorno nelle terre di Tiziano, Veronese e Tintoretto, Michelangelo, ma anche nella mantova gonzaghesca di Vincenzo I.
Emergono tra le altre opere i ritratti di Alberto d’Austria e la Infanta Isabella Clara Eugenia, sovrani dei Paesi Bassi meridionali, presso il quale Rubens operava come pittore di corte e che vennero realizzati in collaborazione con Bruegel il Vecchio, autore dei  paesaggi.
Nella tanto apprezzata serie dei Sensi (1617-1618), i due collaborano ancora una volta per realizzare cinque tavole allegoriche, raffinate e ricche di dettagli; oggetti, frutta, fiori, armature…
Nell’ambito delle pitture a tema mitologico, non si puó non fare menzione di Achille, scoperto da Ulisse e Diomede, donde il giovane guerriero ricorda nei tratti i giovinetti del Caravaggio. Di quest’opera è noto inoltre che fu realizzata in gran parte da un collaboratore dell’artista, forse Van Dyck, che all’epoca era giá attivo presso la sua bottega.
Un’altra serie di opere che marcano un momento fondamentale nella vita del pittore è il Trionfo dell’Eucarestia, bozzetti per diciassette arazzi che sarebbero stati posti nel monastero de las Descalzas Reales a Madrid, commissionati dalla arciduchessa Isabella Clara Eugenia nel 1625. Di gusto barocco, hanno il sapore di una trionfale sfilata. Prima di passare alla seconda sala, merita attenzione l’Adorazione dei Magi, opera di capitale bellezza, sia per i suoi valori artistici, sia perchè fu rimaneggiata dallo stesso maestro in un momento successivo (1629) alla sua realizzazione originaria (1609), e questo permette di documentare i cambiamenti stilistici avvenuti.
Nella sala successiva fanno mostra di sè opere straordinariamente note, come le Tre Grazie, testimonianza di bellezza, abbondanza, fertilitá, un vero inno all’amore a cui l’artista fu probabilmente ispirato dal suo secondo matrimonio, con Helena Fourment. Seguono una ricca serie di opere mitologiche, tutte caratterizzate dal denominatore comune della magniloquenza, delle vibrazioni cromatiche e del senso di grandezza che tutto pervade. Ogni fabula sembra narrata con le parole piú consone, che giungono a noi direttamente come sospiri di classicitá.

link al video di presentazione della mostra
RUBENS
Museo Nacional del Prado
5  novembre 2010 – 23 gennaio 2011

PAOLO VERONESE .. "le storie di Ester" rivelate


A Venezia il cielo di Veronese si può toccare con un dito. Restauro in tempi record di tre grandi tele

Quello che la mostra in corso a Palazzo Grimani a Venezia offre al pubblico é un privilegio: il privilegio di poter osservare da vicino, dalla stessa distanza da cui il pittore le dipinse, tre grandiose tele che Paolo Veronese realizzò tra il 1555 e il 1556, in poco meno di un anno, per il soffitto della chiesa di San Sebastiano a Venezia. Sono le tre grandi tele della navata centrale della chiesa che normalmente il pubblico può ammirare solo a 12 metri di altezza sopra la propria testa.
Fino al 24 luglio
Avete presente gli specchi necessari per osservare il soffitto della Cappella Sistina senza morire di torcicollo? Lo stesso dovreste fare se vi accingeste a visitare la chiesa-monumento dell'opera di Veronese, quella di San Sebastiano appunto, all'inizio delle Zattere. Ma i contorsionismi vi saranno risparmiati fino al 24 luglio visitando le tre grandi tele eccezionalmente esposte a Palazzo Grimani e raffiguranti il «Ripudio di Vasti», «Ester incoronata da Assuero» e il «Trionfo di Mardocheo».

Restauro in tempi record
L'occasione l'ha data la pregevole opera di restauro eseguita sulle tele in tempi record dalla società Conservazione Beni Culturali, sotto la direzione di Giulio Manieri Elia, potendo contare su un finanziamento di Save Venice Inc. Intervenire era divenuto necessario per le condizioni in cui versavano i supporti lignei che sostengono le tele, oltre alle infiltrazioni d'acqua dal soffitto.
Le fasi del lavoro
Riflettografie, stratigrafie e radiografie hanno permesso di scoprire le varie fasi del lavoro e i piccoli ripensamenti che Veronese ebbe durante la realizzazione. Tutto ben documentato in mostra da un video introduttivo che narra, oltre alle delicate fasi di smontaggio delle tele, i punti salienti dell'intervento di restauro.
Il laboratorio è stato un cantiere aperto per gli esperti del Veronese, che hanno seguito le fasi di lavoro passo dopo passo, entusiasmandosi per i risultati che via via venivano ottenuti, dopo la politura dalle vernici del secolo scorso e dopo la rimozione di una vasta ridipintura dei cieli dei quadri, risalente alla metà dell'Ottocento.
Il risultato é la restituzione dei colori sfarzosi degli abiti e di un cielo opalino, il brillio delle perle e il luccichio degli ori che adornano i personaggi, in un trionfale e sontuoso esempio della pittura rinascimentale italiana. E Veronese a quell'epoca aveva solo 27 anni.
La tecnica pittorica
Vedere così da vicino le scene veterotestamentarie tratte dal «Libro di Ester»é un privilegio anche perché consente di entrare nel vivo della tecnica pittorica del Veronese; il disegno di fondo tracciato con rapidi segni di carboncino, la tramatura della tela a spina di pesce, perfettamente distinguibile sotto il sottile strato preparatorio che l'artista utilizzava per poi procedere a stendere i mezzitoni. E poi le pennellate di ombre e luci, a dare profondità e volume, con tocchi di bianco materico.
La prospettiva
Capolavori veri che Paolo Caliari, detto il Veronese, realizzò dipingendo in verticale, inventando una prospettiva scenografica esasperata, con aberrazioni dei tratti somatici (certe gambe e piedi troppo grandi) e linee prospettiche che finiscono per essere perpendicolari alle figure in primo piano. Un lavoro quasi funambolico, di strepitosa bellezza, pensato per una visione orizzontale, dal basso, a 12 metri di distanza: ma una volta situate nell'alto della navata centrale di San Sebastiano le tele funzionano perfettamente.
La Soprintendenza speciale al Polo museale di Venezia ha pensato di rendere omaggio in questa maniera al genio di Paolo Veronese, portando in questo splendido palazzo veneziano, che é un "unicum" all'interno dell'architettura lagunare, le ritrovate storie di Ester a un passo dal pubblico.


VERONESE: LE STORIE DI ESTER RIVELATE
Palazzo Grimani – Venezia
Fino al 24 luglio 2011
Orario: Lunedì 9.00/14.00; Martedì – domenica 9.00/19.00
Biglietti: intero 7,00 Euro, ridotto 5,00 Euro
Info e prenotazioni: 041-5200345
Catalogo Marsilio Editore
www.polomuseale.venezia.beniculturali.it

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