domenica 19 giugno 2011

ARTBASEL

Le cifre parlano a favore di Art Basel, appuntamento per addetti ai lavori
 (ma ormai anche per vip con la passione dell'arte, da Brad Pitt in poi) nato ufficialmente nel 1970 e che ogni anno attira oltre 60 mila tra artisti, 
collezionisti, galleristi, direttori di musei, curatori e appassionati vari.
 «Un complesso ecosistema» (come lo definiscono i codirettori Annette Schönholzer
 e Marc Spiegler) che accoglierà nei padiglioni della Fiera di Basilea 
oltre 300 gallerie divise per 35 Paesi (una ventina quelle in arrivo dall'Italia) 
e più di 2.500 artisti con opere al seguito. 
«Segnando così - sempre per i due codirettori - la traiettoria di un'intera epoca 
dell'arte contemporanea, da quando presero forma quelle innovazioni di 
Picasso e Duchamp che hanno catalizzato una reazione a catena
 che continua fino a oggi».

Sono pitture, disegni, edizioni d'arte, sculture, installazioni, fotografie,
 performance e frammenti di video art che riflettono (tutte o quasi) «le influenze e gli impulsi provenienti da ogni angolo della terra».
 E che quest'anno proporranno (per la prima volta), anche le scelte delle gallerie di Thailandia, Ungheria e Libano.
In un mishmash che combina i capolavori di maestri e celebrities della sezione
Art Galleries (Donald Judd, Cy Twonbly, Giacomo Balla, Kurt Schwitters, Man Ray, Jeff Koons, Emilio Vedova, Giorgio de Chirico) con le opere, più o meno a basso costo,
 di giovani artisti emergenti (da Adam Pendleton a Petrit Halilaj,
da Runo Lagomarsino a Kathryn Andrews) a cui è dedicata, in particolare,
 la sezione Art Statements.
Una sezione destinata «a offrire loro una piattaforma tutta particolare» oltre a un premio da 25mila euro (circa) che certo non guasta mai.

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