giovedì 7 luglio 2011

JURGEN MAYER H.

Nonostante la controversa accoglienza, i 'funghi' 
di Jürgen Mayer H. sono diventati,come per magia,
 lo spazio pubblico per antonomasia durante la protesta popolare dello scorso maggio

Che cosa fa scegliere uno spazio come luogo di espressione politica 
di una città? Pochi giorni dopo che Ethel Baraona aveva scritto, su Domus 749, di come fosse difficile prevedere come la popolazione 
sivigliana avrebbe accolto in futuro la Plaza de la Encarnación, 
i 'funghi' di Jürgen Mayer si sono convertiti, come per magia,
 nello spazio pubblico cittadino per eccellenza: 
uno spazio in cui la politica vive come espressione della pluralità 
degli stessi cittadini che lo popolano. 

L'adozione popolare di questa struttura reticolare amorfa 
è non di meno paradossale, dato che lo stesso Parasol era stato 
al centro di accanite polemiche in città.
 La pochezza della sua realizzazione materiale non si conciliava
 con lo smisurato e lievitante preventivo dell'opera, che ha portato l'amministrazione locale sull'orlo del fallimento. 
È paradossale, voglio dire, che in un paese sconvolto da una 
grave crisi economica e da un tasso di disoccupazione senza precedenti,
 la cosiddetta "primavera spagnola", in grande misura impegnata 
nella battaglia contro la precarietà del lavoro e la miserevole 
situazione economica del paese, abbia scelto a Siviglia i disastrosi 
funghi di Mayer come uno dei luoghi principali dove manifestare 

la sua protesta.

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