giovedì 27 ottobre 2011

GAMEC


SEGNALAZIONI
24/10/2011 -

Una nazione tra Madonne e comizi

'Oceani di terra', Claudia Losi, 2003
Oceani di terra, Claudia Losi, 2003

Alla Gamec una rassegna
per i 150 anni

ELENA PONTIGGIA
BERGAMO
Ci sono due modi, nel mondo dell’arte, per celebrare male una ricorrenza. Il primo è realizzare tante iniziative più o meno uguali, ovviamente scoordinate, generando un effetto di sazietà, se non di noia. È successo con il futurismo: l’anno di Boccioni e compagni è durato un biennio e alla fine la gente non ne poteva più. Il secondo è realizzare iniziative diversissime (e, si intende, altrettanto scoordinate), dando un’idea di genericità, se non di confusione. Sta accadendo con i 150 anni dell’Unità d’Italia, commemorati con varie mostre che hanno poco in comune non solo fra loro, ma a volte anche con la ricorrenza.

In questo panorama non esaltante la rassegna «Il Belpaese dell’arte» (a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Cristina Rodeschini, Bergamo, GAMeC) si distingue piacevolmente per una dimensione di leggerezza, capace di evitare sia la retorica celebrativa, sia l’anticelebrazione ostentata che spesso è più retorica della prima.

Si tratta di duecento opere - tra quadri, sculture, installazioni, disegni, fotografie, oggetti vari - tutte sul tema dell'Italia e di alcuni suoi aspetti come la politica, lo sport, la religione, la memoria dell'antico, il made in Italy. Naturalmente gli argomenti non hanno nessuna velleità di completezza, anche perché, nonostante il computo fiscale delle opere, la mostra non è grandissima. Il percorso espositivo, comunque, diviso in otto sale tematiche, si sviluppa con uno studiato rimescolamento delle carte: il busto neoclassico vicino a un ritratto in bronzo di Manzù, sotto le caricature di Pericoli, davanti ai quadri recenti di Gabriele di Matteo; il flipper di Salvo vicino a ricordi di avvenimenti sportivi, di fianco a un’installazione di Umbaca, e così via.

Diceva Picasso che in arte non esiste passato né futuro, ma tutto è un eterno presente. Senza volerlo la rassegna lo dimostra perché, per esempio, nella sala sui temi religiosi (felicemente priva, sia detto per inciso, di rane e donne crocifisse o altre banalità) la Virgin Mary di Kiki Smith e la Madonna del Miracolo di De Dominicis e Vettor Pisani non stonano vicino alla Madonnina del Piccio e nemmeno accanto a un ex voto senza data. Analogamente, nella sala dedicata ai temi politici, un Comizio comunista di Guttuso non fa a pugni con il Ritrovamento di Aldo Moro, un quadro degli anni Ottanta di Cingolani. Anzi, per così dire, ringiovanisce.

Punto di forza della mostra, del resto, non sono i temi ma le opere, alcune sorprendenti. Così nella sala intitolata scherzosamente Fratelli d’Italia ci sono Savinio e De Chirico o Tano Festa e Franco Angeli, com’era prevedibile, ma anche un Ritmo elegante e misterioso di Paola Levi Montalcini, sorella di Rita e, in campo artistico, non meno scienziata di lei. Così nella sala dedicata all'immagine del Bel Paese c'è un'Italia balla di Fabro, meno nota della sua Italia capovolta, ma forse più drammatica, con quei ferri colorati gettati a terra come cartoni da buttar via.

Non è il dramma, però, la cifra della mostra. Si avverte anzi un tentativo, riflettendo sull’identità della nazione, di uscire «da un atavico pessimismo», come scrive Cristina Rodeschini in catalogo. Non sappiamo se oggi sia possibile, ma certamente ce ne sarebbe bisogno.

IL BELPAESE DELL’ARTE
ETICHE ED ESTETICHE DELLA NAZIONE
BERGAMO, GAMEC
FINO AL 19 FEBBRAIO 2012

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